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Il ritratto di "Franz"

Si è svolto nella serata di ieri, 26 settembre, il quarto appuntamento con il ciclo di conversazioni storiche “Settembre in Santa Chiara”. Protagonista indiscusso di questo incontro la figura del partigiano nocese Franceso D’Onghia, meglio conosciuto con lo pseudonimo di “Franz”, fucilato nel 1944 a soli ventidue anni. Indirizzo di saluto affidato a José Mottola (presidente del Centro culturale “Giuseppe Albanese”) che ha introdotto la serata attraverso un breve riassunto di quanto accaduto nella guerra di liberazione.

Per seguire le gesta del nostro concittadino, si è resa necessaria una breve ma dettagliata introduzione alla storia dei pugliesi durante la guerra di liberazione a cura di Raffaele Pellegrino (docente e ricercatore IPSAIC). Partendo dalle vicende dell’8 settembre del 1943, il prof. Pellegrino ha saputo tracciare, in modo coinvolgente ed esaustivo, un quadro generale sull’apporto dei partigiani alla liberazione del nostro Paese. Come tutti sappiamo, dopo “la morte” dell’esercito e la fuga del Re, un periodo di confusione e paura si sparse per tutta l’Italia ed è proprio in questo periodo che si colloca la nascita dei Comitati di Liberazione nazionale. Nello specifico, molti sono stati gli esempi pugliesi, primo tra tutti la fondamentale importanza di "Radio Bari" per la resistenza, in quanto unico mezzo di informazione ad agire in ambito politico.

Secondo intervento della serata affidato a Marica D’Aprile (collaboratrice del giornale online Noci24), in veste di pronipote dello stesso Francesco D’Onghia. Molte sono state le ricerche fatte dalla D'Aprile che, nel corso degli anni, e grazie anche al contatto con diversi Comuni, tra i quali Imperia e Sanremo (dove “Franz” fu fucilato), è venuta a capo della storia del partigiano. Preziosa la collaborazione di Amelia Narciso (presidente della sezione ANPI), grazie alla quale è stato possibile scoprire anche l’ubicazione dei resti di Francesco D’Onghia.

Parola poi a Giuseppe Basile (direttore della biblioteca comunale “Mons. A. Amatulli”) che ha esposto i risultati delle ricerche condotte assieme alla stessa Marica D’Aprile. Dopo il matrimonio con Rosa Montemurro, Francesco D’Onghia viene chiamato alle armi a seguito dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e, nonostante il periodo di grande confusione, decide di restar federe alla patria anche dopo entrando a far parte della formazione partigiana, ed è qui che prende il nome di “Franz”. Viene però catturato nel 1945 a Pompeiana e, nonostante le diverse torture a cui viene sottoposto, non svela mai alcuna informazione sui suoi compagni. Nello stesso anno, dopo aver subito l’amputazione della mano (o parte del braccio sinistro), ma non so conoscono i motivi, viene fucilato a Villa Junia, a Sanremo, poco più che ventiduenne. Particolare interessante, forse legato alla mal comprensione tra i diversi dialetti, è l’utilizzo, nei registri e anche sulla lapide in un’edicola in Corso Inglesi a Sanremo, del nome Francesco “Donchio”. A lui è intitolata anche una strada di Noci, ovvero l’ultima traversa di via Tommaso Siciliani, nei pressi dell’entrata del Parco Giochi. A fine serata la toccante lettura di una poesia scritta da Marica D’Aprile proprio nel primo periodo di ricerche.

Prossimo ed ultimo appuntamento con “Settembre in Santa Chiara”, giovedì 3 ottobre: si parlerà dei dati raccolti e dei ritrovamenti durante gli scavi per i lavori di pavimentazione di Largo Rotolo.

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